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Età Arcaica - Classica
Età Arcaica - Classica.
La Sezione Arcaico-classica, è dedicata alla fase di formazione e maturazione della civiltà peucezia (VIII - V sec. a.C.) e in particolare è dedicata ai rapporti con l’ambiente ellenico e con le colonie magno-greche delle vicine Taranto e Metaponto.
Essa è illustrata attraverso l'esposizione di ceramiche e manufatti di produzione indigena e d'importazione greca, rinvenuti nei contesti tombali del territorio riguardante questa parte centrale della Puglia. Numerosi sono stati i rinverimenti di vasi locali a decorazione geometrica monocroma e bicroma, come anche importanti sono stati i rinvenimenti delle produzioni figurate italiote di derivazione ellenica, oppure, le armi in ferro, tra le quali risalta, un pregiato elmo bronzeo di tipo corinzio.
A questi, si affiancano anche reperti di ceramica di importazione coloniale. Esempio emblematico è il coperchio di pisside apula a figure rosse del Pittore di Dario, con la rappresentazione del mito di Fedra, proveniente da un corredo funerario di via Vecchia Buoncammino (del 340 a.C.).
“Fedra, moglie dell’eroe ateniese Tèseo, innamoratasi del figliastro Ippolito, trovatolo restio alle sue offerte d’amore, lo accusò ingiustamente di volerla sedurre. Tèseo, indignato, chiese al dio del mare di punirlo. Questi, mentre Ippolito guidava il suo carro lungo il mare, fece emergere dalle onde un mostro marino che travolse il carro con il giovane. Fedra, venuta a conoscenza della terribile fine del suo figliastro, pentita, confessò tutto a Tèseo e si diede la morte."
L'Età Classica
L’età classica, periodo che va dagli ultimi decenni del V fino alla fine del IV secolo a.C. Il V secolo a.C., è considerato un periodo di grande crisi per il mondo indigeno con ripercussioni negli abitati apuli oltre che nei rapporti commerciali con i Greci. Dagli ultimi decenni del V secolo, invece, si nota una netta ripresa della vita degli insediamenti e l’inizio di una fase anche di esportazioni non solo di manufatti, ma anche credenze religiose e riti di tipo greco. Giungono nell’entroterra apulo ceramiche a figure rosse, attiche e poi italiote, prodotte in numerose botteghe di ceramisti locali, distribuite nei maggiori centri della Lucania e dell’Apulia preromana, che raggiungono livelli artistici assai notevoli. Mutano profondamente anche le usanze funerarie che aderiscono all'ideologia ellenica. Accanto alle tombe a fossa e a Grotticella si introduce la tomba a semicamera, strettamente connessa alla tipologia della tomba a camera di tipo tarantino, costruita con molta cura per personaggi di ceto elevato. Risentono dell’influenza greca anche i corredi funerari. Aumenta in essi il numero dei vasi e degli oggetti relativi alla sfera personale o al ruolo sociale del defunto che si articolano secondo precisi criteri. Uno dei manufatti di spicco, esposto nella sezione dedicata al periodo classico, facente parte del corredo rinvenuto in una tomba a semi camera rettangolare ad Altamura, è un manufatto elegante e raffinato, il “Kantharos plastico apulo a figure rosse”. La tomba in cui è stato rinvenuto era costituita da blocchi di tufo, intonacata ed affrescata con bande rosse e nere e con ramo di alloro. Al momento della scoperta si presentava quasi completamente distrutta ma al suo interno furono rinvenuti in un angolo pochi, ma rilevanti, oggetti come un Balsamario, una piccola cornice di osso, un cilindretto ed un pomello di osso, tredici listelli di osso, un piccolo frammento di ferro, un coperchio di ceramica e il citato Kantaros a figure rosse (330-320 a.C.) con il corpo conformato a testa di Efebo. La testa è dipinta con colori che richiamano quelli naturali: giallo per i capelli biondi, rosa per l’incarnato, nocciola per le pupille. Il capo è avvolto in bende le cui estremità pendono davanti alle orecchie. Sul bicchiere scene di offerta; sul lato A: Ermes seduto con calzari alati, ramo nella mano sinistra, petaso e caduceo nella mano destra; sul lato B donna seduta su sgabello decorato che regge un cofanetto e uno specchio.




